Un paio di scarpe slacciate. Non per percorrere ma per fermarsi e lasciare l’indizio di un salto dannato e liberatorio nello sfavillio di stelle sulla superficie notturna del mare. Nessuna ricerca ha fatto riemergere nuove tracce, parole dette, scritte, sguardi con domande e risposte, dubbi e certezze. Il silenzio è la quiete prima e dopo la tempesta , la calma del mare che bruca la riva senza forza, l’immobilità di luci che si spengono all’ improvviso . Un tempo senza durata, una stasi che scardina ogni dinamica, un’ambiguità che respinge, un’attrazione che avvita nel profondo. Il silenzio ascolta nascosto nel pudore, insegna senza parlare, libera e doma l’odio e l’amore, causa persecuzione e salvezza, irradia il coraggio mascherato da fragilità e l’ignavia da omertà, segna l’Inizio e la fine di una storia qualsiasi.
“ Chi muore in silenzio si vendica della curiosità altrui.”(Alda Merini). Non è necessario né è dato sapere, si può solo soppesare quel vuoto che invade, quella lontananza che marchia, quella compagnia che avvicina alla solitudine e all’ indefinito . “Se per dirlo bastano tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe. Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole. Se per dirlo basta una strizzata d’occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d’occhio. Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga. Se per dirlo basta il silenzio bisogna limitarsi a quel silenzio. Non aggiungere. Togli” (David Thomas). Togli per continuare ad osservare il mondo.