La Resistenza fu “ un volontario accorrere di gente umile, fino a quel giorno inerme e pacifica, che in un’improvvisa illuminazione sentì che era giunto il momento” di combattere contro il terrore , e coinvolse uomini e donne di varia estrazione socioculturale , ma anche tanti giovani, a volte giovanissimi. Tra questi è da ricordare Gloria Chilanti che nel suo diario “Bandiera rossa e borsa nera”, scritto tra il gennaio e il settembre del 1944, racconta la sua vita di adolescente in una Roma in cui ebbe inizio la guerra di Liberazione dal nazifascismo con i suoi martiri ed eroi, spesso poco conosciuti.
Gloria è figlia di Felice Chilanti, scrittore e giornalista antifascista, confinato per due anni a Lipari, poi dirigente del Movimento Comunista “Bandiera Rossa” , e della coraggiosa Viviana Carraresi in Chilanti, una delle tante donne della “Resistenza taciuta” il cui nome di battaglia era Marisa. Con la madre Gloria vive in clandestinità, fa propaganda e consegne, si adopera per resistere alla fame e alla miseria, aiuta e nasconde partigiani e dissidenti, cuce coccarde e bandiere, pur non potendo andare a scuola impara “tante cose che nessun bambino sa” , vive e ha in mano tante ricchezze grazie alla condivisione di ideali, storie e segreti tra paure, stenti ed entusiasmi.
Questo diario, dalla narrazione asciutta e autentica, è stato pubblicato circa 50 anni dopo su insistenza di Carla Capponi, medaglia d’oro della Resistenza italiana, perché tutti potessero leggere “questo misterioso e miracoloso moto di popolo” (Piero Calamandrei) con lo sguardo di una bambina cresciuta senza bambole e impegnata nella lotta partigiana, vissuta con l’incoscienza e l’impeto dei suoi tredici anni quasi come un gioco intrigante e rischioso . Gloria era convinta di non avere fatto nulla di straordinario, in base agli ideali libertari trasmessi dai genitori per lei era naturale credere nella libertà come diritto e bene comune e quindi resistere, perciò non ha pubblicato prima la sua testimonianza.
Dopo la liberazione però inizia una nuova forma di resistenza, questa volta delle donne e diretta contro l’arroganza e i conflitti interni ai movimenti antifascisti. Gloria ben delinea la figura della madre Viviana che prima aveva aiutato i perseguitati, i disertori, i partigiani, aveva favorito la diffusione della stampa clandestina e trasportato armi rischiando più volte la vita e la cattura, e in seguito si adoperò affinché le donne che avevano avuto familiarità con i fascisti, spesso per riuscire a sopravvivere, non venissero trucidate come spie, e con determinazione osò opporsi a quella boria maschile che non ha partito né bandiere. Come racconta Gloria nel diario: “Stamattina sono stata al Congresso a via dei Giubbonari dove hanno parlato Poce e Filiberto e tutti i capi (zona, sezione, gruppi cellula) e c’erano più di cento donne (tutte della nostra sezione e tutte le nostre capo-zona). Ad un certo punto, mentre parlava Sbardella ad un cenno di mamma tutte le compagne sono uscite dall’aula… Sbardella parlava come Mussolini con gli stessi gesti”.
Viviana Carraresi morì a Pechino il 30 maggio del 1980 e riposa nel cimitero degli eroi rivoluzionari Ba Bao Shan. “ È stata la donna che ha costruito le nostre vite, mia e di mio padre, forzando a volte i nostri caratteri timidi e introversi. Senza di lei non avremmo avuto quel coraggio, quella forza d’animo, ottimismo per superare le traversie che la vita ci ha messo di fronte. Donna di grande temperamento aveva rinunciato a un’agiata vita borghese per seguire mio padre nella miseria e nella continua incertezza del futuro: una vera combattente rivoluzionaria.” Forse la più dimenticata della famiglia cui però il marito Felice Chilanti dedicò il bel romanzo “Lettera a Pechino”, finito di scrivere qualche giorno prima della sua morte a Roma il 26 febbraio 1982.
Zhu Zi Ji, grande poeta cinese la ricorda con questi versi:
“ L’ italiana Viviana, il capitano,
nella tiepida terra d’Oriente dorme in pace.
Ha dato il suo cuore ai compagni d’arme cinesi…
Nel cuore dei compagni d’arme cinesi per sempre vivrà.
Quando i fiori delle nostre idee saranno sbocciati ovunque
ne offrirò una corona alla compagna d’arme.
Che quelli che verranno leggendo il suo nome con affetto
chiamino: Viviana,Viviana.”
Buon 25 Aprile !
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Ottimo post, molti hanno perso la memoria di questa importante giornata.
Saluti a presto.
@Cavaliere oscuro del web: una ragione in più per scriverne . Grazie , a rileggerci presto