Il ramo rubato- Pablo Neruda

primavera

Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.

Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.

Ancora non se n’é andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.

Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.

E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.

Le prescrivo un po’ di essenza femminina, vita natural durante. Vedrà che guarirà presto !

Un post ironico e provocatorio in parte elaborato con aforismi, da me reinterpretati.

La donna è come una medicina naturale per alleviare ogni male, fisico, psichico o psicosomatico e dare brìo e significato alla vita.

Composizione. Sensibilità, vitalità, energia, ingenuo romanticismo se innamorata, fragilità nella fase immatura, forza in quella della maturità, perpetua contraddizione, viva , splendente e completa armonia . Optional: bellezza, che è “il potere per mezzo del quale una donna affascina un amante e terrorizza un marito”; intelligenza (disarmante per tutti), ma forse è un pregio perché consente ad ogni uomo di essere stupido quanto vuole.

Forma farmaceutica e contenuto. Durante l’infanzia si sente una regina; in età adolescenziale si sente inadeguata: troppo grassa, troppo magra, troppo bassa, troppo alta, capelli troppo lisci o ricci; nella giovinezza, sebbene non abbia ancora conseguito un buon grado di autostima, si lancia nel costruirsi un futuro sentimentale e professionale; dai 30 ai 40 anni dedica il suo tempo ed energie nell’ affrontare la vita; dai 40 ai 50 anni fa un bilancio e decide di re-inventarsi incutendo soggezione ; dai 60 anni in poi non si volta indietro, non si cura dell’aspetto, va ovunque voglia andare, riesce a ridere e a godersi la vita. E’ auspicabile che ad ogni età impari saggiamente a fregarsene di tutto e a ridere col mondo!

Categoria farmacoterapeutica. La donna è bella da respirare,soprattutto se leva il fiato. E’ fatta per essere amata, non per essere compresa. “Non bisogna mai cercare di capire una donna. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che comunque è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla.” (Oscar Wilde) anche perché alla maggior parte delle donne piacciono gli uomini silenziosi: pensano che stiano ascoltando. Una donna ambisce ad aver l’ultima parola in ogni discussione: i cavalieri l’accontentano ben consapevoli che ,qualsiasi cosa un uomo dica, è l’inizio di una nuova discussione. Una donna silenziosa è un dono divino , sì… ma molto raro.

Produttore e controllore finale. Sconosciuti ed irreperibili ( si sa solo che fu scoperta da un certo Adamo ) . Il controllo di una donna è arduo perché lei è difficilmente addomesticabile. Forse in taluni casi vi riesce soltanto la prole.

Indicazioni terapeutiche. “La donna ideale deve soddisfare l’anima, lo spirito, i sensi. Non trovando riuniti i tre requisiti nella stessa persona, è consentito il frazionamento.” Un proverbio cinese infatti dice che l’uomo ha bisogno di 3 donne per esser felice: una donna che lo accudisca ( moglie- surrogato di mammà) , una per il piacere e una da amare. Ma occorrono ottime capacità organizzative e attenzione costante per non fare sapere a nessuna delle tre l’esistenza dell’altra, se si vuol sopravvivere. La donna può esser un utile coadiuvante per il successo perché “Dietro ogni uomo di successo c’è una donna .” Questo finché vi è amica…in caso contrario , si rischia di precipitare dalle stelle alle stalle. Lenitivo di ogni stato febbrile o depressivo è la donna ironica. La donna ironica ma anche bella è potente ed ustionante: una miscela esplosiva da trattare con estrema cautela.

Controindicazioni. Sensualmente contagiosa può provocare dipendenza ed assuefazione perché nella donna ogni cosa è cuore, anche la testa. “Diffidate di una donna che vi dice la sua vera età. Una donna che vi dice ciò, vi dice (ahimè!) tutto.”

Precauzioni per l’uso. “Colui che accetta la donna come Dio l’ha fatta, le rende giustizia. Ascoltala quando ti guarda, non quando ti parla.” (Kahlil Gibran) . “Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei.” “Se si sente trascurata o delusa, può subire un calo di desiderio, per cui lei non trova più gli stimoli giusti; a quel punto (allarme rosso!) della sessualità non gliene importa più niente.”( Ilona Staller). Meno male che lo dice lei !Generalmente i postumi sono le grandi manovre per il divorzio .

Se decidete di buttarvi nel fuoco per una donna, fatelo sempre dopo di lei !

Interazioni. Pare che niente sia più terribile per una donna che l’infedeltà del proprio uomo, per cui negate sempre se non ambìte ad un’impalcatura cervina e a insopportabili vendette trasversali perché “Ci sono certe cose che l’occhio femminile vede sempre più acutamente di cento occhi maschili.”  “Secoli or sono, in seguito a tale delusione amorosa, accadeva che la donna si chiudesse in un convento. Oggi se la delusione è forte , può accadere che si chiuda in un convento di frati.”(G. Covatta). Una donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà. Un uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei , nunc et semper et in saecula saeculorum, inevitabilmente cambierà , perché è una specie in continua evoluzione. “La donna, come i sogni, non è mai come si vorrebbe” : infatti dovrebbe avere almeno cinque sdoppiamenti di personalità al giorno in base alle aspettative altrui.

“Per andare d’accordo con una donna il segreto è uno solo: riconoscere di avere sempre torto.” La farete “fessa e contenta.” Se la accostate ad elementi migliori della sua specie, subisce un’immediata reazione chimica (inacidisce inspiegabilmente e diviene verde ). Se l’accostate a cose preziose, vi resta incollata; se l’accostate al denaro, rivela il magico potere detto “moneta riducente”.

Avvertenze speciali . Per l’uomo sano basta la donna. Per l’uomo erotico basta la calza per giungere alla donna. Per l’uomo fetishente basta la calza. Per evitare fraintendimenti esistenziali, ricordarsi che per la donna la cosmetica è la scienza del cosmo e che “le medesime passioni hanno nell’uomo e nella donna un ritmo diverso: perciò uomo e donna continuano a fraintendersi.” (Nietzsche)

“La donna per l’uomo è uno scopo ( da non confondersi con la scopa, please ), l’uomo per la donna è un mezzo” ( a qualsiasi età).

Dose, modo e tempi di somministrazione. Dall’ adolescenza in poi si consiglia di sorbirsene una alla volta. E’ illegale possederne più di una in forma ufficiale ( e se volete correre il rischio, abbracciando pure un’altra fede, dovete esser iperdotati , eh già…ma della pazienza di Giobbe e di molteplici e cospicui conti bancari) . Fate ridere la donna perché lei ricorda solo gli uomini che la fanno ridere. In caso contrario, piangerete voi e, per legge del contrappasso, ricorderete solo quelle che vi hanno infranto il cuore, il portafogli o gli zebedei. Tatuatevi bene nella mente “L’uomo crede di possedere la donna quando la possiede sessualmente, mai la possiede meno di allora.” (Carl Gustav Jung) perché “ l’uomo ama poco e spesso, la donna molto e raramente.”

Sovradosaggio. Un uso eccessivo e non corretto può provocare intossicazione, delusione e, a lungo andare, effetti devastanti . Non giudicate la donna facile : è quella che ha la moralità sessuale di un uomo . Anche la donna cosiddetta leggera, quando si innamora, diventa una zavorra pesantissima.

Effetti indesiderati . In caso di innamoramento si rischiano dipendenza e assuefazione con crisi incontrollate per astinenza inappagata. “Non è vero che non si possa vivere senza una donna. È vero soltanto che senza una donna non si può aver vissuto”. “Temete la donna che vi ama troppo” (Bertold Brecht) : dalla sana simbiosi , rischiate il parassitismo con risvolti pericolosamente vendicativi in caso di contrasti. E diffidate di una donna troppo virtuosa. Oggi fedele a te, domani a un altro!

Scadenza e conservazione. Dopo i 40 anni sarebbe opportuno conservare il prodotto in frigo perché “se un uomo ha molte stagioni, la donna ha diritto solo alla primavera.”( Jane Fonda). Se correttamente conservato e amato , il prodotto ha una scadenza illimitata. Ricordarsi bene che “se venti anni d’amore rendono una donna simile a un rudere, venti anni di matrimonio la rendono simile a un monumento pubblico” (Oscar Wilde) per aver avuto l’ardire di sopportarvi e di non esser scappate via !

Si consiglia di tener lontano dalla portata di maniaci , stupratori e da chi alla donna toglie rispetto, stima e ogni speranza.

 

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L’assoluta bellezza in Alma -Tadema e nei pittori dell’800 inglese

 

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Nel  chiostro del Bramante a Roma, fino al 5 giugno 2014, si possono ammirare cinquanta opere della collezione del mecenate messicano Juan Antonio  Pérez Simòn  che scrisse   “Io trovo nelle opere di questi pittori inglesi qualcuno di quei temi che tocca le mie emozioni più profonde e i miei interessi fondamentali: la donna, la bellezza, l’erotismo, la famiglia e l’amore” (Pérez Simòn). Dipinti che celebrano una  un’ideale bellezza femminile che   è fine a se stessa tra rievocazioni di un passato immaginato e nostalgico.

 

Nella rigida Inghilterra vittoriana ,  ove lo sviluppo industriale  fa coesistere  la floridezza economica e  la devastante  miseria  di una manodopera sfruttata e ben descritta  nei romanzi di Dickens,  prende corpo una rivoluzione come  forma d’arte, di gusto neoclassico  e di cultura con un  movimento di artisti  che negli anni ’60 dell’800 si rifugia e trova forza nella bellezza e orienta  la ricerca estetica verso il passato, spesso  con un vero e proprio culto dell’Italia, dell’antica Grecia e della Roma Imperiale.  

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L’ emergente borghesia  apprezza  sempre più le nuove opere di  grandi artisti, i padri  dell’Aesthetic  Movement, quali  sir Lawrence Alma Tadema, Frederic Leighton, Albert Joseph Moore, Edward John Poynter, Edward Burne-Jones, John William Godward, Arthur Hughes, Albert Moore, ben presto  dimenticati  e denigrati,  in quanto ritenuti poi  artefici di un’arte  reazionaria e antimodernista,  ma riscoperti  e riabilitati  più tardi da collezionisti e intenditori d’ arte.

Tra questi  cultori del bello  spicca Sir Lawrence Alma Tadema (1836-1912), originario dei paesi Bassi,  che studia all’Accademia delle Belle Arti di Anversa e presso pittori belgi. AntigoneleighDopo un  viaggio in Italia  e l’affascinante visita di Pompei,  conosce  Jean-Léon Gérôme  a Parigi così  che l’antichità entra  nelle sue tematiche. Si trasferisce a Londra nel 1870 e ne ottiene  la cittadinanza tre anni più tardi , insieme al successo  nelle esposizioni organizzate dalla Royal Accademy.

 Da ambientazioni mitologiche o medioevali  e da  drammi shakespeariani  emerge una straordinaria e delicata panoramica  sulle  donne. Sono  tante le donne  immortalate, donne  angelicate o tentatrici  che ancora incantano nella loro sublime sensualità e  rara, perfetta, enigmatica bellezza alla quale nel  percorso espositivo sono associati fiori diversi  a seconda che si tratti di femmes fatales,  di antiche eroine, streghe, principesse ,muse e modelle.

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La  digitale purpurea , fiore dolce e crudele, racchiude i sentimenti di attesa e dubbio che animano queste  due fanciulle in un interno pieno di fiori.  

 

 

 

 

la lontananza avvicina i cuori di Godward

 

Momenti di dolce attesa e malinconia in questi occhi che rincorrono   un’emozione o un ricordo in una lontananza che avvicina i cuori (Godward) 

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La peonia accompagna Crenaia , ninfa del fiume Dargle dipinta da  Frederick Lord Leighton , una rosa senza spine che trafigge con la sua inerme e splendida  nudità.

 

 

 

 

“Ha come miele che bagna l’anima di un oblio dolce e crudele” (Pascoli)

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Il caprifoglio , rampicante e odoroso, suggerisce atmosfere gotiche  con la seduzione di una donna  dalla rossa chioma.

 

 

 

 

Un mare di  rose ricopre gli ospiti dell’imperatore Eliogabalo  in un soffocante vortice di colore  che sottende la sottile spirale o del piacere  o della morte.

Un tripudio di leggera, invadente,assoluta bellezza.

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ALMA –TADEMA E I PITTORI DELL’800 INGLESE

Collezione Pérez Simòn

16 febbraio-5 giugno 2014

Chiostro del Bramante-Via della Pace-Roma 

 

17 febbraio- Festa del Gatto

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Il 17 febbraio è la festa  del Gatto, nata in Italia nel 1990. Quest’anno poche righe   per una delle mie piccole tigri,  che ci manca tanto. Giorgio Celli, che  ha avuto l’abilità di farci capire gli animali e le loro relazioni  con l’ambiente e  di  amalgamare   la poesia con  la scienza  della vita scrisse “Mentre il mondo dell’uomo è un mondo di razionalità e di emozioni, perché la nostra razionalità tende sempre a limitare le emozioni, nel caso degli animali il mondo è principalmente di emozioni, poi ci sono isole di razionalità”.

In questo senso Gri Gri ci ha insegnato tanto.

gri gri e fra

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“Le donne che hanno fatto l’Italia” dal Risorgimento in poi.

 

locandina donne che hanno fatto l'Italia

“Le donne che hanno fatto l’Italia” è stata una delle  varie iniziative del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, una bella retrospettiva su figure femminili più o meno conosciute, che direttamente ed indirettamente hanno influito sull’evoluzione culturale, sociale, economica e politica dell’Italia.

 

 

cucitrici di camicie rosse- BorraniSi parte  dalle donne del Risorgimento, dalle più famose protagoniste dei salotti intellettuali e dell’alta società , come  Cristina Trivulzio di Belgiojoso, Adelaide Bono Cairoli e Sara Nathan, alle più sconosciute donne del popolo che disinnescavano bombe inesplose, consegnavano carte segrete, depistavano la polizia, combattevano con i garibaldini e soccorrevano i feriti . Donne di un’Italia ancora da fondare, accomunate dalla stessa passione e dalla voglia di partecipare al cambiamento .

La panoramica sull’universo femminile è molto ampia e non ignora donne schierate su altri fronti ma altrettanto determinate, come le regine che diedero un diverso apporto alla storia e alla cultura del paese, e le brigantesse che per miseria, paura, convinzione o ignoranza combatterono strenuamente esponendosi alle persecuzioni del loro tempo e ad un’ impietosa storiografia.

 

Il Risorgimento segnò più ufficialmente un Risorgimento  delle donne, in seguito all’ istruzione di un’elite femminile e alla diffusione dei grandi ideali rivoluzionari di libertà, fraternità ed uguaglianza del ‘700. Le donne vennero allo scoperto sulle barricate, nelle piazze, nei salotti , nei campi. Nell’800  manifestarono pubblicamente il loro pensiero ,soprattutto per iscritto, con epistolari, memorie, diari, romanzi, poesie esprimendo coscienza di sé, capacità critica ed autonomia di giudizio sul loro tempo e sulle vicende personali, emergendo sempre più come presenze attive nella vita comunitaria.

Con l’Unità d’Italia le donne continuarono nel loro cammino per lo sviluppo culturale, 111345294-4de98e00-781b-4338-90cb-ae06acb688c7sociale ed economico del paese, seppure ignorate dalla storia. Si pensi alle maestre che in paesi sperduti promossero la prima alfabetizzazione, rinunciando spesso ad una propria vita affettiva, alle operaie che sostituirono gli uomini nelle fabbriche, alle infermiere volontarie impegnate al fronte durante le guerre mondiali, alle mondine e alle tabacchine che sollevarono questioni sociali di disagio e di sfruttamento lavorativo, alle balie che, forse inconsapevolmente, collegarono l’isolato mondo rurale con  quello cittadino più aperto al nuovo.

 

le-donne-che-hanno-fatto-italia-dal-in-poi-1Pian piano le donne conquistarono titoli di studio, un posto di lavoro, un nuovo ruolo nella società che si consolidò con le adesioni ad associazioni, ai partiti, ai sindacati, alla Resistenza. Lottarono non poco e a lungo per ottenere il diritto di voto che in Italia si esercitò per la prima volta  soltanto nel 1946, circa quarant’anni dopo la  Finlandia. Ai seggi affluirono circa 14.600.000 donne contro i 13.350.000 uomini , che elessero nell’Assemblea Costituente 21 donne su 556 membri. Erano perlopiù giovani e laureate: tra  insegnanti e  giornaliste vi erano anche una sindacalista e una casalinga. Cinque di loro fecero parte della Commissione dei 75 per elaborare la Costituzione. Lotte, sacrifici e sconfitte nella storia dell’emancipazione femminile furono in un certo modo riscattate dalla possibilità di accedere alle più alte cariche istituzionali.

 

Tra le tantissime donne nella mostra del Complesso del Vittoriano, alcune sono evidenziate come protagoniste della storia d’Italia perché con intelligenza e passione, capacità e determinazione seppero vedere oltre e contribuire  al progresso e all’affermazione dell’Italia a livello internazionale.

Figure femminili unicamente grandi, per meriti diversi, alcuni dei quali- confesso- non conoscevo.

Anna Kulishoff, l’ esule russa che come medico operò nei quartieri più poveri di Milano, condusse battaglie per l’ indipendenza economica delle donne, necessaria per il conseguimento di  libertà, diritti e parità, per .il diritto al voto e per la difesa delle lavoratrici operaie e contadine.

Matilde Serao, l’attenta lettrice del pentagramma dell’anima, ha lasciato tanti scritti introspettivi e descrittivi che ben rendono il quadro socio, economico e culturale del suo tempo. Riscattò l’intelligenza delle donne in un ruolo anticonformista sia nella vita privata che in quella pubblica, in quanto fu la prima donna a fondare e a dirigere un quotidiano ( il Mattino).

 

Madre Francesca  Saverio Cabrini, una religiosa che fondò la Compagnia delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù e circa ottanta case missionarie in sette paesi del mondo. Nel 1889  partì per gli  Stati Uniti e s’adoprò negli slums, affinchè gli emigranti imparassero la lingua e le usanze del luogo e si integrassero nel nuovo contesto. Valicò le Ande a dorso di un asino e raggiunse luoghi impervi in Sud America dove diffuse la sua missione. Ovunque costruì asili, scuole, convitti per studentesse, orfanotrofi, case di riposo, ospedali che seppe bene amministrare. Beatificata nel 1938 , fu riconosciuta patrona di tutti gli emigranti nel 1950.

 

bn7Maria Montessori, pedagogista, filosofa, scienziata, educatrice di grande cultura, col suo trattato sul metodo della pedagogia scientifica ha rivoluzionato il mondo dell’educazione e della didattica. Nel corso della sua vita s’adoprò molto per la liberazione, la difesa e il riconoscimento  della dignità del bambino.

 

Luisa Spagnoli, una semplice casalinga che diventò l’’abile imprenditrice  di  una delle più antiche aziende italiane, cioè la Perugina. Entrata nel consiglio d’amministrazione dell’azienda nel 1923, promosse strutture sociali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle dipendenti( ad esempio un  asilo nido nello stabilimento di Fontivegge  per i figli delle operaie).Negli anni ’30 si dedicò con le lavoranti ad una nuova attività, cioè all’allevamento di conigli d’angora per ricavarne pregiati filati di lana, ma non vide i risultati di questa felice intuizione a causa di una morte prematura.

 

Oriana Fallaci, la giornalista che seguì in prima persona e in tutto il mondo  i grandi fermenti sociali e politici: le insurrezioni dell’America latina, la dittatura in Grecia , le contestazioni giovanili, i conflitti indo pakistani e mediorientali . Coraggiosa corrispondente di guerra in un’epoca in cui non esistevano le tecnologie e gli attuali mezzi di comunicazione, per dodici volte in sette anni tornò in Vietnam per documentare la verità e le menzogne, l’eroismo e la dannazione di un conflitto che ha segnato un’intera generazione. Intervistò i grandi della storia degli anni ’70  come Kissinger, Golda Meir, Khomeini, Gheddafi; suscitò grandi dibattiti su questioni di coscienza e di politica internazionale.

Marisa Bellisario, una pioniera del nascente settore elettronico dei computer e della programmazione, si distinse per capacità professionali e manageriali. Nel 1965 si trasferì in America ove fece carriera, nel 1979 divenne presidente dell’Olivetti Corporation e nel 1981 diresse l’Italtel. Nel 1984 fece parte della Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna. Ottenne il premio di manager dell’anno nel 1986, due anni prima della sua prematura morte. Una top manager a livello mondiale in un mondo ove- come asserì- “una dirigente deve nascondere il più possibile il suo essere donna”.

 

Anna Magnani: l’energica e fragile Nannarella, straordinaria  interprete del cinema neorealista del dopoguerra che ci ha mostrato la vita reale attraverso la dimensione umana di personaggi comuni . Una donna che, pur riscuotendo fama mondiale, in varie stagioni della vita fronteggiò grandi solitudini che ci fanno ricordare con affetto i suoi profondi e  indimenticabili sguardi, la spontanea  ironia, la dolce e sofferta malinconia.

 

Rita Levi Montalcini , la scienziata che nel ’36 si rifugiò in Belgio ma anni dopo rientrò a Torino per proseguire la ricerca sulle cellule nervose, allestendo un laboratorio in camera da letto, finchè nel 1947 raggiunse gli Stati Uniti ove lavorò per venti anni. Animata da un continuo  bisogno di conoscenza, anche nei periodi più cruciali della sua vita si dedicò alla ricerca scientifica . Conseguì il premio Nobel per la medicina nel 1986 ed è stata senatrice a vita dal 2001.

 

Palma Bucarelli, esperta di storia e di critica dell’arte anche molto bella ed anticonformista, all’età di trent’anni fu la prima donna a dirigere un museo pubblico. Dagli  anni ’40 a metà degli anni ’70 si occupò della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma: salvò opere in tempo di guerra, promosse l’astrattismo, rese accessibile al grande pubblico l’arte moderna.

 

Una lunga  galleria fotografica svela in ordine cronologico i volti di  donne che dall’ 800 in poi hanno contribuito alla storia d’Italia . Sono tantissime ad avere conseguito i primi traguardi nella cultura, nell’arte, nella politica, nella società e nello sport. Ne  voglio elencare alcune.

1872 Caterina Scarpelli, medaglia d’oro per il valore scientifico delle sue ricerche.

1875 Enrichetta Girardi, prima donna che conseguì la laurea in lettere a Napoli .

1879 Ersilia Caetani Lovatelli, prima donna ammessa all’accademia dei Lincei, per conoscenze di archeologia , di lingue classiche e del sanscrito.

1887 Iginia Massarini, prima donna a conseguire la laurea in matematica.

1898 Aurelia Pincherle  Rosselli, prima donna che scrisse per il teatro.

1906 Elvira Coda Notari, prima donna regista.

1908 Emma Strada, prima donna ingegnere e Rina Monti che a 37 anni fu la prima donna ad ottenere la cattedra universitaria di zoologia a Sassari.

1913 Adelaide Cocco, prima donna medico a Sassari.

1913 Rosina Ferraro ,ottava donna al mondo a conseguire il brevetto di pilota degli aerei numero 203.

1915-1918  Ester Danesi Traversari, prima giornalista italiana corrispondente di guerra per il Messaggero.

1926 Grazia Deledda , premio Nobel per la letteratura.

1940  La poetessa Ada Negri  fu ammessa tra gli Accademici d’Italia.

1943 Ondina Peteani partigiana, a 18 anni entrò nel Movimento di Liberazione operaia dei cantieri di Monfalcone.

1947 Franca Viola, prima donna che denunciò e fece condannare il suo stupratore, rifiutando un matrimonio riparatore.

1948 Angela Merlin, prima senatrice.

1953-1956  le suore Maria Cleofe e suor Maria Innocenza furono le prime religiose a prendere la licenza di volo per recarsi, rispettivamente  in Pakistan e in India, a servizio dei bisognosi.

Seguono tante , tante altre. La prima donna magistrato, prefetto, vigile e via via così….

 La  storia dell’emancipazione femminile in Italia può vantare donne intraprendenti di diversa estrazione socio-culturale che con lungimiranza hanno messo a frutto le proprie inclinazioni e capacità in scelte di vita,  a volte inconsuete, apprezzate tardivamente perché spesso hanno precorso i tempi.

 Mi sono resa conto di appartenere  ormai ad un’altra generazione, quando  ho notato due ragazze ventenni che osservavano l’Olivetti con cui Oriana Fallaci scriveva i suoi articoli. Non avevano mai visto, tanto meno usato, una macchina da scrivere. “Le donne che hanno fatto l’Italia” riassume aspetti della storia italiana che si dovrebbero divulgare nelle scuole , soprattutto tra le nuove generazioni troppo distanti da quella vite vissute alla luce di speranze, attese e conquiste durate per secoli. Non a caso ancor oggi nel 2014, sicuramente più di ieri,  bisogna promuovere la cultura di genere e delle pari opportunità  in un contesto sociale  e politico che sdogana con tanta sfacciataggine e superficialità  offese gratuite e sessiste perché, a mio parere, non si conosce  e di conseguenza non si apprezza quel percorso di crescita, progresso e civiltà delle tante donne che hanno fatto e possono continuare a fare l’Italia.

  

Immagini tratte dal web

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“Quando voglio pensare a qualche cosa di piacevole e di riposante mi viene subito davanti agli occhi la mia cara villa di Bordighera” (Regina Margherita di Savoia, 1923)

 

I giorni della merla

giorni della merlaUna delle tante varianti della leggenda sui “tre giorni della merla” narra che il freddo Gennaio fosse solito fare  dispetti a una merla dalle bianche piume: ogni volta che usciva dal nido in cerca di cibo, la investiva con gelide folate. Un anno la merla decise di sottrarsi ai suoi tiri rintanandosi per tutto il mese di gennaio, che allora aveva ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese uscì dal nascondiglio e si pavoneggiò davanti al burbero Gennaio . Questi, indispettito dall’affronto subito, chiese in prestito tre giorni al più mite febbraio e scagliò ovunque neve, vento e pioggia. La candida merlotta  volò via e si rifugiò in un camino nei tre giorni di gelo. Quando spuntò il sole, uscì all’aperto ma le sue piume erano diventate indelebilmente nere a causa della fuliggine.

 Da allora i merli sono neri e il 29, il 30 e il 31 gennaio sono chiamati i giorni della merla.Si dice che la primavera sarà bella se i  giorni della merla sono freddi, altrimenti arriverà in ritardo.

Credete a queste previsioni?

 

Per le generazioni di ieri, di oggi e di domani (Giornata della memoria)

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Non c’è retorica  nel dire  che non dobbiamo dimenticare, soprattutto quando si tende a negare fatti storici ampiamente documentati. A volte si ricorda la morte  in nome della vita.  Spesso il ricordo è un segno di tacita pietas. Mi pare di avere un debito di vita nei confronti di chi è stato vittima degli aspetti più tragici, ingiusti, disumani  e folli della storia, passata e presente. A prescindere dal tempo, dal luogo, dalle circostanze, dalle presunte  ragioni e dalle bandiere i sentimenti di tutte le vittime sono sempre  gli stessi e forse  anche quelli di coloro che, come noi , hanno la fortuna  di poterne parlare. In fondo  il linguaggio del cuore, nel bene e nel male, è universale e appartiene alla persona. Ricordare serve a riflettere  su quei valori che danno significato alla vita  e a  orientarla al meglio.

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Dobbiamo ricordare le generazioni di ieri in nome della vita e della pace  per quelle di oggi e di domani in ogni parte del mondo.

 

 

 

15 luglio 1944:

« “la gioventù in fondo è più solitaria della vecchiaia.” Questa massima che, ho letto in qualche libro mi è rimasta in mente e l’ho trovata vera; è vero che qui gli adulti trovano maggiori difficoltà che i giovani? No, non è affatto vero.

Gli anziani hanno un’opinione su tutto, e nella vita non esitano più prima di agire. A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio. Chi ancora afferma che qui nell’alloggio segreto gli adulti hanno una vita più difficile, non si rende certamente conto della gravità e del numero di problemi che ci assillano, problemi per i quali forse noi siamo troppo giovani, ma ci incalzano di continuo sino a che, dopo lungo tempo, noi crediamo di aver trovato una soluzione; ma è una soluzione che non sembra capace di resistere ai fatti, che la annullano.

Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione.

Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte il rombo, l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili.»

Anna Frank, op. cit. , 15 luglio 1944, pp 268-268.

 

 Giornata della memoria: 27 gennaio 2014

 

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Ode al gatto- Pablo Neruda

tigroI gatti sono  regalmente eleganti e misteriosi, istintivi, scelgono chi amare e non dipendono da nessuno. Semplici nei loro bisogni primari ma eternamente cuccioli nell’ entusiasmo e curiosità, affascinanti quando ci osservano e sembrano capire. Interlocutori attenti, muti eppur presenti, abitudinari ma non  facilmente addomesticabili .

 

Un gatto è un gentiluomo. Sotto quel pelo morbido si trova ancora uno degli spiriti più liberi del mondo ( Eric Gurney ) perché Non è facile conquistare l’ amicizia di un gatto. Vi concederà la sua amicizia se mostrerete di meritarne l’ onore, ma non sarà mai il vostro schiavo. (Théophile Gautier )

tigro-e-gri-gri

Ode al gatto di Pablo Neruda

Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole. L’uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l’ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d’oro.

Non c’è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l’elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz’orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l’immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c’è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d’accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl’imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l’atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d’oro stanno nei suoi occhi.

Ciao Gri Gri

gri gri estate 2013

 

A febbraio dell’anno scorso scrivevo “Sono trascorsi circa quattordici anni, e i miei figli a quattro zampe ci hanno seguito nella nuova casa in città. Si sono adattati al nuovo ambiente anche se a volte scopro Gri Gri che, assorta, sbircia dietro la finestra. Forse rimpiange un po’ la terrazza dove amava sdraiarsi al sole.Sì, in fondo i gatti non differiscono troppo dagli umani.

gri gri giovane

Gri Gri ,  protagonista della nostra vita familiare e di alcuni dei  miei post preferiti sui gatti e sulle sue prodezze natalizie  nel  presepe, è  ancora qui nelle mie riflessioni che telepaticamente voleranno   verso il  mondo verde e azzurro dei gatti. È stata una gatta  speciale, furba , a volte  troppo intelligente per essere un gatto, al punto tale che credevo fosse uno spiritello indomito e protettore della casa.

Gri Gri, affettuosa con l’inseparabile Skip vero e il piccolo di casa, ormai ventenne, che vegliava durante il sonno stando accovacciata sul suo petto e guardandolo in viso . Mi accoglieva al rientro a casa miagolando, e mi precedeva in cucina di mattina, saltando sul marmo e fuseggiando .Se mi attardavo a scrivere al computer o a guardare la tv, si accoccolava in braccio e miagolando mi accompagnava in camera per acciambellarsi sul letto, pronta a riappropriarsi del suo  vero posto di guardiana del sonno ( letto del secondogenito)  non appena sentiva rientrare mio figlio. Gri Gri che, indispettita, al rientro dal week end ci guardava dall’alto del letto a ponte , tenendo le orecchie basse e l’aria offesa o, per dispetto e diffidenza nei confronti di estranei, rimaneva nascosta per qualche ora. La rivedo ancora quando  da cucciola si arrampicava  su fino al quarto piano di un palazzo vicino saltando sui  condizionatori d’aria. Tigro la seguiva , un po’ impacciato, e lei agilmente raggiungeva una signora anziana che li aspettava con i croccantini, per poi scendere giù in fretta e furia.

gri gri sul tetto

 

 Da giovane amava esplorare i tetti  e arrivava festosa con la coda incriccata portando come trofei una penna di piccione o un guscio d’uovo, poi ha preferito  stendersi al sole  sul tetto o stare seduta sul muretto della terrazza a godersi la fresca aria del mattino e  a contemplare le  prime ombre della sera, a volte mimetizzandosi tra i fiori. Quante volte di notte ha miagolato disperata, guidandomi in cucina, fino a quando non aprivo il balcone della terrazza per lasciare rientrare Tigro che, come al solito,  era rimasto chiuso fuori. Quante volte al mattino mi ha svegliata ,sfiorando i capelli, se tardavo ad alzarmi. Le piaceva  osservare dall’alto, di un pensile della cucina, di una libreria, di una tenda.  Non le sfuggiva mai nulla, anche di recente, anche quest’estate quando si stava arrendendo al brutto male che non l’ha resa molto diversa dagli umani.

 Qualcuno ha scritto che “per soddisfare un gatto, deve essere creata una nuova condizione di esistenza: a metà strada tra dentro e fuori”. Con lei  sono stata in empatia più che con  tutte le decine di gatti che hanno attraversato la mia vita, con nessun altro felino c’è stato  un rispetto reciproco di tempi e spazi, un’affettuosa complicità e  riconoscenza che si conclamava nel buongiorno del mattino e nel relax della sera. Quanta dignità hanno i gatti nella resa, si appartano in silenzio per non dare fastidio, anche se desiderano  protezione e rassicuranti carezze.  Se le è meritate  tutte, la mia cara Gri Grinella perché non è stata un  semplice gatto ma il mio Gatto, il Gatto della mia  famiglia, una costante e affettuosa presenza di questi ultimi quindici anni che ci ha accompagnati tutti in un periodo di crescita ,non solo nel passaggio dall’infanzia alla giovinezza dei miei figli, ma negli anni  di slancio, di cambiamenti, di un’età più matura. Qualche giorno fa  ho constatato che non ero ancora  emotivamente pronta a questo distacco, per quanto razionalmente l’avessi previsto otto mesi fa e me lo ripetessi spesso.

Gri Gri

 

Ciao, piccola Gri Gri, ti rivedrò ancora sulla terrazza di casa nostra , quella dove prendevi  il sole, perché gli spiritelli felini ricompaiono  sempre nei posti che hanno amato di più.

Grazie per esserci stata, per avermi concesso la tua amicizia e per le cose belle che hai regalato a tutti noi.

 

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Arriva Natale…

I mostaccioli

mostaccioliA Napoli e in Campania i dolci tipici delle  feste natalizie sono tanti: le paste reali di San Gregorio Armeno, i Divino Amore, le sapienze, gli struffoli, le zeppole, i  roccocò, i mostaccioli ,i susamielli, i raffioli. Solo a leggere questa varietà si ingrassa, ma ne vale davvero la pena . I miei preferiti sono i mostaccioli che hanno forma di rombo e sono ricoperti di cioccolato, mentre la pasta interna è a base di miele e frutta candita.

I mostaccioli hanno una lunga origine. Catone ha lasciato la ricetta dei mostacea , un impasto di mosto e farina, grasso e formaggio, speziato da anice, cumino e alloro che veniva cotto su una piastra . Un piatto dei matrimoni romani che sembra molto lontano dai nostri squisiti mostaccioli. In verità dal 200 a. C. di Catone e i primi ricettari del tardo Medioevo si sa poco grazie a notizie frammentarie e a testi arabi. Per i Romani il mosto di Catone era, insieme al miele, un dolcificante, mentre lo zucchero fu portato poi dagli arabi. Nei ricettari del Rinascimento compaiono  farina, zucchero e spezie come  ingredienti degli antenati dei  mostaccioli napoletani  che forse derivano dai pani speziati del Medioevo e dai dolci romboidali di marzapane della  Provenza. Nel 1557 Cristoforo di Messimburgo parla di biscotti preparati con  miele, farina, zafferano, cedro candito, noce moscata e cinnamono. Questi servivano come addensante di sapori per una famosa torta al gusto di cantalupo di Bartolomeo Scappi, cuoco del papa Pio V. Nella sua variante di mostaccioli venivano utilizzate le uova, mentre nel ‘600 si aggiungono mandorle tostate e tritate e proprio alla fine del secolo Antonio Latini  descrive mostaccioli con cedri canditi, mandorle, spezie e una glassa di zucchero alla cannella. Alla fine del ‘700 arriva il cioccolato e nel 1778 Vincenzo Corrado parla di una glassa di cioccolato, quindi si pensa che i mostaccioli napoletani  nascano alla fine del ‘700. Esistevano anche una variante con cannella, chiodi di garofano e noce moscata, un’ altra con cedro e mandorle. Nel 1810 Michele Somma di Nola descrive un mostacciolo fatto con farina, zucchero, mandorle e coperto di cioccolato. Nel 1977 Jeanne Carola ha variato la ricetta  riducendo le spezie e introducendo buccia d’arancia e uno strato di marmellata di albicocche creando  mostaccioli un po’ più morbidi e …squisitissimi.

Come per la maggior parte dei dolci campani esistono tante ricette e varianti, vi propongo quella di Jeanne Carola Francesconi tratta da la Cucina Napoletana.

 

Ingredienti:mostaccioli 1

per la pasta:

500g farina

400g zucchero

100 g acqua

5g spezie in polvere

un pizzico di vaniglia

raschiatura di mezza arancia

0,5 g di carbonato di ammoniaca

 Per la ghiaccia:

300 g zucchero

140g cacao

una punta di cucchiaino di bicarbonato di sodio

50g marmellata di albicocche

2 cucchiai di zucchero

½ bicchiere di acqua

Mescolare farina e zucchero, gli aromi indicati, la raschiatura di buccia di arancia e aggiungere  l’acqua e il carbonato di ammoniaca amalgamando gli ingredienti in una pasta dura. Lasciare riposare per 15 minuti. Stendere la pasta (4 mm di altezza), dividerla in strisce larghe 10 cm da ritagliare in rombi. Riutilizzare i ritagli , impastando di nuovo e formando altri rombi. Spennellare con acqua fredda, metterli su una placca oleata e lasciare cuocere a media temperatura per 7-8 minuti circa rivoltandoli. Estrarre dal forno e lasciare raffreddare. Preparare la ghiaccia al cioccolato con 50 g di cacao, velare una faccia dei mostaccioli e lasciare asciugare. Sull’altra faccia spennellare un sottile strato di marmellata di albicocche, cotta con due cucchiai di zucchero e mezzo bicchiere d’acqua  per 4-5 minuti. Aggiungere alla ghiaccia altri 40g di cacao e stenderla sullo strato di marmellata. Lasciare asciugare i mostaccioli in forno aperto riscaldato per dieci minuti.