Un post di grande attualità , per tante ragioni.
Si dice che ciò che contraddistingue l’uomo è la capacità di decidere e di intraprendere azioni che possano trasformare la realtà e se stesso. Uomo ed azione sono correlati: l’azione dà origine all’essere umano e l’attività principale dell’uomo è auto inventarsi e dare forma a se stesso. L’uomo è dunque co-creatore di se stesso ed inoltre orienta al meglio le sue azioni . Per fare tutto ciò deve scegliere, e scegliere implica valutazione delle conoscenze, immaginazione e decisione nel campo del possibile.
Si è chiamati a scegliere sempre e dovunque. Ogni giorno si fanno inconsapevolmente scelte automatiche e silenziose …una tantum si fanno scelte importanti, fondamenti di vita.
Si sceglie per uno scopo: per un’esigenza etica ( bene e male), per un bisogno individuale ( piacere), per ricercare una verità oggettiva (e il rinunciare ad essa significa sottomettersi alla soggettività di altri).
Si sceglie in politica sperando di ottenere vantaggi sociali oltre che di sviluppare un progetto di vita condiviso. Si sceglie di formare cittadini in grado di apprezzare la forza delle ragioni e non le ragioni della forza.
La scelta implica una partecipazione, più o meno sofferta. Ogni volta che si sceglie si cambia un poco, si diviene.
Si può non scegliere? In teoria sì: c’è chi sceglie di non scegliere… sono gli ignavi di Dante, coloro che apaticamente fluttuano nel proprio mare trascinati dalla corrente, imperturbabili alle onde e ai vortici delle scelte altrui. Ne sono convinti? Sono felici? Non so.
Di sicuro non sono liberi, perché solo scegliendo si è liberi, si diviene consapevoli, si orienta la propria vita anche se talvolta si è condizionati dall’ambiente, dagli affetti, dalla cultura di appartenenza.
Scegliere significa essere liberi.
“Libertà…una di quelle detestabili parole che hanno più valore che senso. Che cantano piuttosto che parlare; che chiedono piuttosto che rispondere” (Paul Valéry)