Napoli è meta di street artists di fama mondiale come Banksy , la cui Madonna con la pistola si trova presso la chiesa dei Girolamini , e Zilda di cui parlai qui e che ho omaggiato riprendendo nell’header di Skip blog il suo murales “La Speranza che risolleva l’amore ferito”, tratto dall’omonimo quadro di Carlos Schwabe.
Prima per il M.A.D.R.E., museo dell’arte contemporanea di Donna Regina riaperto da poco, poi per la metropolitana che ospita opere di rinomati artisti, Napoli si sta affermando sempre più come città recettiva delle forme d’arte più innovative. Non potevo perdere il bel San Gennaro di Jorit Agoch, artista napoletano di madre olandese sensibile a temi sociali, che ha realizzato gratuitamente questo capolavoro all’entrata del popolare quartiere Forcella, vicino alla chiesa di San Giorgio Maggiore in via Duomo. È stato definito un Gennaro laico in quanto ispirato da un operaio trentenne del quartiere e di nome Gennaro. Per alcuni questo santo richiama anche il poeta e scrittore Nunzio Giuliano, un esponente della famiglia che ha dominato per decenni Forcella che, allontanatosi dal clan, rilasciava dichiarazioni contro il sistema camorra e pertanto fu ucciso il 27 marzo 2005, in via Tasso ad opera di ignoti. San Gennaro ha uno sguardo rivolto in avanti e leggermente in alto e “Al Gennaro di Jorit, che è ognuno di noi, chiediamo di fermare la ferocia della faida che è nelle strade dietro di lui.” ha dichiarato l’assessore Alessandra Clemente.
Molto particolare e bello è l’imponente murales, alto 20 m., che ritrae una ragazzina rom con una serie di libri, una matita e uno strummolo, simboli della cultura e della tradizione. Si intitola “Ael. Tutt’ egual song’ e creature (“Ael”significa colei che guarda il cielo in lingua romanì, i bambini sono tutti uguali, da una canzone del cantautore Enzo Avitabile) . Ael guarda con occhi sereni Ponticelli , quartiere caldo di Napoli, e ricorda l’incendio del campo rom di qualche anno fa. Oggi le mamme indicano il murales ai figli dicendo: “Vedi? È una zingarella ” e definire i rom con un vezzeggiativo aiuta a familiarizzare con il simbolo degli esclusi e –si spera- a ridimensionare pregiudizi e stereotipi. “Ho maturato un’intensa esperienza di volontariato creativo in giro per il mondo- spiega Agoch- vivendo presso culture e civiltà altre da paradigmi e parametri occidentali. Ciò ha fatto sì che si formasse in me, a poco a poco, la certezza che ogni diversità sia da superare, nel verso della nostra universale appartenenza alla grande tribù umana. Da allora, e soprattutto dai viaggi in Africa, qualsiasi sia la provenienza del soggetto dipinto sui muri delle città del pianeta, ogni mio volto riporta il segno di un rito pittorico, che rifonde l’individuo celebrato (persona o personaggio) nel principio assoluto dell’uguaglianza” . I segni sui visi dei personaggi sono l’inconfondibile firma dello street artist.
Gli abitanti del rione Materdei di Napoli hanno invece finanziato un gigantesco murales per portare la bellezza nelle strade. La sirena Parthenope, dipinta dall’argentino Francisco Bosoletti, spicca in un murales di 15 metri sulla facciata di un condominio nella salita San Raffaele.
Nella stessa strada si trovano anche le figure de il “Giardino liberato” dell’ex convento delle suore Teresiane. “La donna del giardino” cerca di mostrarsi sul portone dell’ex convento …
…mentre sui muri “le ombre di Napoli” vorrebbero insidiare e imprigionare una fanciulla sognante che guarda oltre. Come Napoli.
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