I figli crescono e me ne accorgo sempre più.L’affetto di mammà italica regna sovrano con qualche ansia, soprattutto serale, rapportata alle loro recenti, più frequenti e legittime esperienze.Così ho stilato un memorandum: sono ben accetti i pareri di coloro che hanno esperienze diverse.
- Dovevaiconchivaiacheoratorni è il minimo che una mater possa fare prima che i figli escano di sera. A che serva, non saprei. Se non a lanciare il sottinteso: “Mi raccomando! Io son qui che vi aspetto.”
- Considera sempre che possono rispondere quel che vogliono. Va bene lo stesso. Purchè si riesca poi a ricostruire la loro serata e relazioni interpersonali dal successivo e spontaneo resoconto.
- Il consiglio precedente è nullo se il figlio è introversamente muto. In questo caso il classico “Non mi ricordo” oppure “Ma cosa vuoi sapere?” suona peggio di un’inesorabile mannaia. È auspicabile rinviare eventuali analisi del sangue, previste per il giorno dopo, perché i valori potrebbero risultare alterati da stress genitoriale.
- Nel caso succitato la mammà italica è in stato d’allerta. Nei giorni seguenti raddrizza le antenne e cerca di captare, con orecchie da volpe del deserto, ogni piccolo cenno ad amici o a riferimenti spazio temporali della trascorsa serata per sincerarsi che è tutto ok.
- La fiducia è basilare, ma non è mai troppa. Ci sono in giro tanti marpioni /e, e ci sono sempre stati. Forse oggi più di prima o sono solo più emergenti nell’immaginario della genitrice?
- Evita il pedinamento a meno che non si abbia la certezza che stiano deviando. Se c’è sentore di allupati/e (oggi c’è par condicio) che abbiano troppi anni più di vostra figlia/o, inizia a suonare lo scacciapensieri in un doingdoingdoing dinghidinghi e ad indossare un basco siciliano…sperando che il nuovo look sortisca l’effetto sperato.
- In caso di certa conferma, dopo avere ragionato invano con i piezz ‘e core, dedica almeno cinque giorni ad allenamenti di corsa e di lancio del giavellotto per avere abbastanza fiato e mira. Non per sbraitare, ma per rincorrerli brandendo un bel battipanni o matterello. I vecchi rimedi funzionano sempre.
- Se i figli tardano eccessivamente, un paio di volte si può tollerare .Fai capire però che il tarlo della preoccupazione procede con le lancette dell’orologio e che è ben accetta una loro telefonata rassicurante in caso di ritardo.
- Non angosciare con telefonate continue durante la loro uscita. Se il telefono non squilla, vuol dire che è tutto a posto.
- È opportuno dire che devono esser reperibili, qualora si voglia rintracciarli. Se il loro cellulare è sempre irraggiungibile, è meglio non ridursi ad avere anti estetiche occhiaie fino a metà guancia…con modi garbati e sorriso serafico sii sempre pronta ad accoglierli al rientro e poi sfogati pure con una defenestrazione – del cell , non dei figli-, visto che se ne servono solo quando fa comodo.
- Il detto questa casa non è un albergo, è sempre attuale. L’ideale sarebbe pure che non fosse una stalla, perlomeno la loro camera, dopo la lunga e caotica vestizione serale e frettolosa svestizione notturna. Ma hanno bisogno dei loro spazi, per cui fingi di non vedere fino a quando non c’è sentore di un controllo dell’ASL. Al loro dolce risveglio, fai trovare periodicamente ben allineati, in assetto da parata, scopa, straccio, detersivi e secchio d’acqua per provvedere. Qualora siano recidivi, ottimo deterrente al soqquadro potrebbe essere una catapulta per sgomberare il pavimento dalle pezze sparse.
- Quando rientrano, se non sei già tra le braccia di Morfeo (che può essere pure uno pseudonimo), ogni tanto con la scusa di augurare la buonanotte e baciarli, annusa l’alito e controlla le pupille. Lo scotto di mammà possessiva val bene come controllo indiretto o prevenzione.
- Scatta come una molla dal letto se per caso si affacciano in camera dicendo: “Mamma devo parlarti…” ; accomodati su un divano evitando di sbadigliare, ascolta e conta fino a venti prima di rispondere.
- Prima di andare a dormire , spiega bene al cane o al gatto di casa che sarebbe opportuna la loro collaborazione. Come ti svegliano alle sei di mattino, mettendo il muso o allungando la zampa sul letto per ricordarti gli impegni della giornata, così devono avvisare quando i figli rientrano ad ora troppa tarda, al di là di quella pattuita. Altrimenti niente pappa. In famiglia tutti devono cooperare.
- Viceversa avvisa i pappagallini che se osano strepitare, saranno liberati al freddo e al gelo l’indomani.
- Se il figlio/a prende l’auto, il controllo del contachilometri dà utili indizi sugli annunciati spostamenti della serata. Se mente, pur sapendo di mentire, basta lasciare il serbatoio della benzina vuoto …altrettanto il portafogli.
- Se tradiscono la vostra fiducia, medita col consorte una strategia educativa condivisa soprattutto a riguardo del contenuto e dei toni del ragionamento che vorrete intraprendere.
- Se il consorte fa lo gnorri, compra un bel biglietto per ignota destinazione nel week end e lascia che si assuma le sue responsabilità di paterfamilias. Le tue di matermatronissima bastano e avanzano.
- Rimuovi eventuali sensi di colpa; pensa alla tua adolescenza valutandone i pro e contro alla luce della sopraggiunta maturità ( anche se Peter Pan scalpita nel profondo io).
- Non disdegnare eventuali loro tatuaggi, purchè non cancellino dalla mente un tatù più consapevole “che mamma e papà sono i loro genitori, a rischio di passar per ansiosi e anacronistici caudilli, protagonisti e destinatari del sempiterno scontro generazionale, e che non si preoccupano che facciano esperienze, ma esperienze senza ritorno”.
Vignetta tratta da “Tutta Mafalda” di Quino- ed. Bompiani.