Il misterioso Banksy continua a stupire e a suscitare commenti, ora di encomio, ora di condanna. Che dire, se non che è il più famoso e quotato street artist del mondo, che ha lasciato traccia del suo passaggio a partire da Bristol e Londra per sconfinare in altre città d’Europa, della Palestina, dell’America. Alcuni stencil sono ormai rappresentativi dell’arte contemporanea: originali, a volte sarcasticamente provocatori, trasmettono un messaggio mai banale per un mondo più vivibile, equo, pacifico e pulito.
I tanti ratti che anni or sono comparvero sui muri di Londra, Parigi e New York rappresentavano una nuova forma d’arte (rat è l’anagramma di art) che spesso viene fuori di notte e nei posti più impensati, a volte squallidi e anonimi delle città. Odiati, cacciati e perseguitati, eppure capaci di mettere in ginocchio intere civiltà , infestano e contagiano. Un po’ come l’arte di Banksy.
Alcune sue opere, che rivisitano quadri famosi, sono misteriosamente apparse anche nei grandi musei del mondo, come questo ritratto di una donna dell’Ottocento riconoscibile per una maschera antigas.
Chi non ricorda invece Leita? È la domestica a grandezza naturale che cerca di nascondere la spazzatura sotto il tappeto su un muro di Chalk Farm, nella periferia nord di Londra, alludendo a coloro che ignorano i grandi problemi del mondo. Se si pensa che i graffiti sporcano i muri, questo ha abbellito il muro di uno sporco quartiere londinese, forse con la speranza di ripulire qualche coscienza.
A mio avviso, non è un caso che le opere di Banksy siano comparse anche a Napoli. In via Benedetto Croce una Santa Teresa del Bernini, in estasi forse per panino e patatine, rappresentava il consumismo fino a quando non è stata poi cancellata da un anonimo writer nel maggio 2010.
Invece in via dei Tribunali, esattamente nella piazza della basilica dei Gerolomini presso una bottega di roba vecchia, si può ammirare una Madonna con la pistola: allusione alla violenza malavitosa che ammazza tanti figli dei quali non resta che il dolore e la pietà di tante Madri? Oppure invocazione a una grande fede (nella giustizia) che può sconfiggere la camorra?
Ho scoperto questo stencil per caso quando riuscii a visitare la splendida chiesa dei Gerolamini in occasione di una sua rara apertura al pubblico. Ignoravo chi fosse l’artista ma ho captato la bellezza di questa Madonna immortalandola prontamente con una foto.
Banksy narra di un mondo di pace, giustizia e delle tante forme di libertà attraverso scimmie, ratti, anziani, soldati, poliziotti e soprattutto bambini e ragazzi.
I suoi bambini con il palloncino volano via in cerca di luce e sogni oppure, imbronciati, sono accovacciati in terra in attesa del futuro.
Sul lato palestinese del muro che divide Israele e la Cisgiordania i bambini perquisiscono i poliziotti, volano via, aprono squarci in trompe l’oeil su un mondo sereno dove finalmente possono giocare , non più alla guerra, e i ragazzi lanciano fiori anziché pietre.Un palestinese apprezzò questi stencil , ma poi disse all’artista britannico di tornarsene a casa , perché il suo popolo non voleva un muro così bello, in quanto lo odiava e sperava che fosse abbattuto.
Da ottobre Banksy è a New York e sui muri della città sta lasciando tracce artistiche del suo silenzioso, inconfondibile passaggio insieme a un numero telefonico per ricevere ulteriori informazioni sull’ opera. Inoltre egli aggiorna il suo sito con le foto delle sue più recenti realizzazioni accompagnate da un video.
Giorni fa Banksy ha dato alcuni suoi disegni ad un anziano venditore ambulante in Central Park che li ha venduti per 60 dollari l’uno, mentre valgono almeno cento volte di più. Tra questi c’era una versione del famoso “Flower Thrower”, l’uomo che lancia i fiori, che compare sulla copertina del catalogo di Wall and Piece, la sua retrospettiva del 2005, e “Laugh Now”.
La bancarella era la tredicesima installazione di “Better Out Than In”, il progetto che ha portato l’artista a New York per un mese provocando una vera e propria caccia al tesoro. Sì le opere dell’artista di Bristol sono un tesoro, valgono centinaia di migliaia di euro e, in questo caso, hanno fatto la fortuna di chi le ha acquistate per pochi dollari. A volte sono asportate dai muri , ma perdono un po’ del loro valore in quanto ciascuna opera è ispirata da un determinato contesto socio culturale e urbano, lo interpreta, lo commenta, lo irride, lo valorizza e gli appartiene.
Nel quartiere Queens di New York Bansky scrive:” Ciò che facciamo in vita riecheggia per l’Eternità”. Un uomo cancella la frase con una spugna, come forse i graffiti dell’artista sono cancellati da altri writers o dalle autorità, oppure si fa riferimento ai colpi di spugna del tempo sulla memoria.
Curiosa questa installazione mobile- scusate il gioco di parole- “Le sirene degli agnelli”: un camion per il trasporto del bestiame gira per Meatpacking District, il quartiere dei macelli convertiti in ristoranti, facendo riecheggiare i versi degli animali condannati al macello. Qui gli animali sono simpaticissimi peluche, che rievocano ricordi infantili e suscitano un sorriso poi trattenuto dai contrastanti lamenti.
Altra installazione vagante è un vecchio camion splendidamente affrescato con un mondo paradisiaco ove lo spettatore, comune passante di città , può smarrire lo sguardo e la fantasia e ritrovare un po’ di serenità.
Opere che fanno discutere: questa si trova nell’ Upper West Side e il proprietario del muro l’ha protetta con una lastra di plexiglass , mentre il sindaco di New York Bloomberg sostiene che Banksy rovina la proprietà privata per cui gli ha dichiarato guerra.
Questo bellissimo stencil invece si trova a Brooklyn. Mentre alcune case d’asta pensavano a come rimuoverlo per venderlo, è stato sfregiato da altri writers. Purtroppo questo è il rischio che corrono le opere d’arte di strada.
Un piccolo omaggio alle vittime dell’11 settembre è apparso su un muro di Tribeca.
Un palloncino incerottato rappresenta gli sforzi che un cuore spezzato fa per sopravvivere .
E infine non poteva mancare il riferimento ai più comuni graffitari, quelli che comunicano come sanno fare, lasciando semplici tracce del loro passaggio, a volte ritenute inopportune, offensive, sporche. Metafora del cane graffitaro, a me tanto cara.
Grazie, Banksy!
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Immagini dal web
In Artsy.net altre opere di Banksy.
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