Il rosso capta l’attenzione, ferma la corsa, espelle nel gioco, segnala neutralità e tregua per aiuti umanitari, richiede intervento immediato per imminente pericolo di vita.
Il rosso simboleggia l’amore romantico e quello carnale dei sensi che, come un vino corposo, inebriano e sfrenano, scaldano e suggellano legami. Indica un debito da pagare in denaro o già saldato col sangue del martirio , della Passione, della rivoluzione che cambiò la storia, di un toro che rincorre il drappo traditore. Il rosso stoppa e ammutolisce quando avvampa sulle guance per eccessiva timidezza e vergogna in cuori sensibili e preziosi come rubini .
Rosso è il fuoco che dà luce e calore, purifica o distrugge .
Rosso è il colore di una porta, simile ad altre, ma questa volta è tanto rossa. Mi siedo di fronte e, mentre aspetto che si schiuda, il suo rosso cinabro mi attrae. Segna un confine tra la vita normale e quella sospesa. È un varco che all’ inizio si teme di oltrepassare. Incute soggezione. Lì davanti si perde ogni ruolo, ogni condizionamento, età, esperienza. L’anima si contrae nella sua nudità. Si veste di speranza mentre il corpo scompare sotto un camice verde per accedere al limbo.
L’atmosfera ovattata della sala regala risposte alle vanità di tutti i giorni. Non è un mondo fatato ma lì si riesce a credere a ogni benefico incantesimo e a trovare parole magicamente banali per distrarre e infrangere quella densità emotiva che paralizza. Poi l’anima si riveste dei soliti panni e, allontanandosi da quella frontiera, respira, si distende, si allarga, diventa leggera e più forte. E ogni cosa è ridimensionata nei suoi colori e spessori, perché quella porta cambia prospettiva, recupera e filtra l’essenza della vita rendendola linearmente semplice e lieve.