Fino al 2 giugno è possibile visitare nel Chiostro del Bramante a Roma una splendida e inedita mostra dei capolavori della dinastia dei Brueghel che operò per quasi due secoli tra il XVI e il XVII secolo . Oltre 100 opere narrano la storia familiare di cinque generazioni di grandi artisti fiamminghi che hanno lasciato un’indelebile traccia nella storia dell’arte con il loro indiscutibile talento e la visione un po’ grottesca dell’umanità, riuscendo a innovare e a reinterpretare il vecchio alla luce del nuovo.
Le opere, alcune mai esposte, provengono da collezioni private e da musei nazionali ed esteri (Vienna, Tel Aviv, Milano, Napoli). Se nel ‘500 in Italia fiorisce l’arte rinascimentale di Michelangelo, Leonardo, Tiziano che rendono l’uomo protagonista dell’opera d’arte, nei Paesi Bassi, invece, per effetto della riforma protestante e del calvinismo, l’attenzione si sposta verso la natura, che da sfondo diviene il soggetto principale.
Pieter Brueghel il Vecchio (1525/1530 circa – 1569), artisticamente ispiratosi all’ironico e grottesco Hieronymus Bosch, della cui scuola è esposto il Ciarlatano, privilegia il paesaggio e il rapporto uomo- natura in scene di vita contadina e quotidiana o in proverbi figurati, innovando la pittura fiamminga. Di Pieter Brueghel è rimasto poco ma le sue opere furono copiate e completate con maestria dai figli che continuarono le scelte artistiche del capostipite, come nelle scene di vita agreste della “Danza Nuziale all’aperto” e del villaggio dei Paesi Bassi delle “Sette opere di Misericordia”.
Pieter Brueghel il Giovane(1564 –1638), a differenza del padre che era più ancorato al rigore morale, indulge però a una più semplice e spontanea gioia di vivere dei contadini e a una padronanza di tinte decise , tipiche del Barocco fiammingo, come si può osservare nella splendida “Trappola per uccelli”(1605).
Il raffinato ed elegante Jan il Vecchio(1568 – 1625) viaggiò in Italia, collaborò con Rubens e divenne celebre come “ il Brueghel dei velluti” ; le sue nature morte e i vasi di fiori, simboli della vanitas e della caducità della vita, propongono un’innovazione stilistica con la morbidezza cromatica del velluto.
La sua tecnica e il suo stile furono ripresi dal figlio Jan il Giovane , autore di splendide e raffinate allegorie quali L’ Allegoria della guerra, della Pace, dell’acqua, dell’Amore, dell’olfatto e dell’udito . Egli riprende l’idea del meraviglioso e dell’esotico che nel ‘600 doveva sorprendere sia i committenti, perlopiù della ricca borghesia mercantile , sia eventuali loro ospiti in un’opera che veniva orgogliosamente esposta nella cosiddetta Camera delle Meraviglie (Wunderkammer).
Incredibilmente belle anche le opere di Jan Van Kassel il vecchio(1626 – 1679), nipote di Jan il Giovane, che si dedicò a minuziosi e dettagliati studi di insetti, farfalle e conchiglie, a volte realizzati su marmo o lastre di rame. Opere incantevoli, talmente particolareggiate da sembrare fotografie.
Vedere per credere!
Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga.
Chiostro del Bramante
Arco della Pace 5
18 dicembre 2012- 2 giugno 2013