Lucio Dalla. Lo ricordo da sempre. Ricordo la sua esibizione al festival di Sanremo con 4 marzo 1943 che determinò l’acquisto di uno dei miei primi dischi. Per me , nata agli inizi degli anni ’60, le sue canzoni hanno accompagnato la mia vita, soprattutto gli anni in cui si ama sognare e si temono un po’ le incognite del futuro. Ha scrutato spesso il mare, quel mare così altero che però unisce popoli e cuori, custode della vita primordiale, di abissi e di pensieri profondi , a volte fastidiosi, che indomabili e silenziosi sgusciano sotto la sua protezione.
Quanti grandi poeti della musica abbiamo avuto in Italia; alcuni speciali, veramente grandi, sempre attuali. Che forza comunicativa hanno le canzoni! A volte può più una canzone che cento discorsi; arriva ovunque, a tutti. Spesso sembra banale, ma se ripeti il testo t’accorgi che dentro c’è tanto. Dalla, un musicista alla continua ricerca di nuove sperimentazioni musicali, ci ha cantato. Per cinquant’anni ha cantato i ragazzi di sempre, schiarendo i pensieri e le emozioni in cui più generazioni si riconoscono. Con la sensibilità e l’intelligenza del poeta ha captato gli occhi di tanti e colto le diverse forme della solitudine e della paura, l’ebbrezza delle passioni, i continui quesiti sul futuro, sulla vita, su dio, sul potere riconoscendo l’umanità ed una speranza che può nascere dalla forza dell’amore e dell’unione perché “Io credo che il dolore ci cambierà ….e dopo chi lo sa se ci vedremo in quale città, l’amore ci salverà”(Henna) e se “questa vita è una catena/qualche volta fa un po’ male/guarda come son tranquillo io/anche se attraverso il bosco/con l’aiuto del buon dio/stando sempre attenti al lupo”
Ha cantato l’istinto alla vita per quel figlio che nascerà e non avrà paura/ chissà come sarà lui domani/ su quali strade camminerà… e se è una femmina si chiamerà futura./ Il suo nome detto questa notte/ mette già paura/sarà diversa, bella come una stella/ sarai tu in miniatura ….
Perché la vita continua, anche se cambia lo scenario sul palcoscenico della vita, e ricomincia daccapo.
In un’intervista dichiarò “Ma dove sto meglio è Napoli. La città dove la mia creatività si esalta”. Lo ricordo con il panama e gli occhialini tondi seduto ad un tavolino del Fauno, in piazza Tasso a Sorrento. La splendida veduta sul golfo di Napoli, che si può ammirare dall’Hotel Vittoria dove soggiornò, gli ispirò la famosa Caruso.
Per noi che viviamo lontano, portandoci negli occhi la bellezza di quei luoghi e nelle nostre radici la fortuna e la maledizione del mare, quei versi sono stati un po’ il leitmotiv di un’età più matura.
“Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri
ti fan scordare le parole, confondono i pensieri
così diventa tutto piccolo, anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita come la scia di un’elica…”
A Lucio Dalla dedico questo mare, un modo come un altro per ringraziarlo perché, come ci siamo detti io e consorte, “Siamo cresciuti con le sue canzoni” . Forse è vuota retorica, come tuonerà la solita critica dei divergenti, ma è anche la constatazione del nostro ennesimo giro di boa e di quel periodico bilancio con domande, che rendono così intensa e speciale la vita.
Cosa sarà
che fa crescere gli alberi e la felicità,
che fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento.
Cosa sarà a far muovere il vento a far fermare il poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato
Oh cosa sarà,
che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire di dentro di notte
all’ombra di un desiderio,
Oh cosa sarà,
che ti spinge ad amare una donna bassina e perduta
la bottiglia che ti ubriaca anche se non l’hai bevuta.
Cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re
che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c’è.
Cosa sarà che ti fa comprare di tutto
anche se è di niente che hai bisogno
cosa sarà, che ti strappa dal sogno.
Oh cosa sarà,
che ti fa uscire di tasca dei no, non ci sto
che ti getta nel mare e ti viene a salvare,
Oh cosa sarà,
che dobbiamo cercare, che dobbiamo cercare.
Cosa sarà che ci fa lasciare la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico a parlare del futuro.
Cosa sarà questo strano coraggio, paura che ci prende
e ci porta ad ascoltare la notte che scende.
Oh cosa sarà…Quell’uomo e il suo cuore benedetto
che è sceso dalle scarpe e dal letto,
si è sentito solo.
È come l’uccello che è in volo,
come l’uccello che è in volo si ferma e guarda giù.
(Dall’album “Lucio Dalla”, 1979)
Le opere, dedicate a Lucio Dalla, sono state esposte in una sezione della mostra “Terra, Acqua e Fuoco” del 2012
Anch’io sono cresciuto con le canzoni di Dalla. E poi era nato lo stesso giorno che sono nato io (anche se sono un po’ più giovane)
Un maestro. Non a caso le sue canzono son o materia di studio nelle scuole (in Canada…non qui).
Ricordo che nei nei giorni precedenti alla sua morte stavo lavorando ad un post dove un paio di sue canzoni sarebbero state usate come esempi per l’argomento trattato.
Non ce l’ho fatta a continuare, pubblicarlo allora mi sembrava “sciacallaggio”, sta di fatto che la bozza è li…ferma… vedremo tra qualche tempo se avrò voglia di riprenderla.
@ Caigo : magari le canzoni di Dalla fossero motivo di studio: quanta filosofia della vita c’è nei suoi testi.
Mi raccomando, conserva la bozza del post
@Giulio GMDB : abbiamo avuto una generazione di grandi cantautori – poeti che hanno un po’ segnato la nostra vita. Le loro canzoni sono sempre attuali, come lo è la poesia, forse per questo anche i ragazzi di oggi li stanno scoprendo.
Auguri di buon compleanno, una data ancor più memorabile
Tante le canzoni di Dalla che mi emozionano, ma forse la più intensa é quella con le parole di questo titolo.
@Adriano Maini : è adatta a noi blogger. 😀