Anticamente si diceva Mater sempre certa est, pater numquam…(la madre è sempre certa, il padre mai) anche perché non esisteva ancora l’esame del DNA. La mamma, o meglio l’universalmente nota come mammà, cioè colei che ci dà l’imprinting dalla nascita, è festeggiata con una ricorrenza civile in tutto il mondo. Un modo per ricordare e riconoscere il valore della maternità…
…che non saprei nemmeno definire se come mistero biologico, dogma religioso, magia del sentimento, forza dell’istinto e della natura , semplice calcolo delle probabilità che vede l’unione, casuale o meno, proprio di quelle due cellule da cui siamo discesi proprio noi o proprio i nostri figli. Quando nasce una vita ci si sente soli, anche se circondati da tante persone, ci si confronta con la vita, quella vera, non quella di fatti e persone, ma con la scintilla che dà origine al primo battito e al primo respiro, con il mistero e il miracolo della natura.
Comprendi che tutto dipende da te ma non provi un senso di onnipotenza, semmai paura di non farcela in una responsabilità così grande che ti ha investito più o meno consapevolmente, con più o meno amore e alla fine te l’ assumi comunque perchè è una legge naturale, un rituale di sempre, un ciclo che è nato e deve giungere al compimento finale perché ne ricominci un altro. E per quanti corsi preparatori tu possa avere frequentato, in quel momento è un istinto primordiale che ti guida e che guida tutte le donne, quelle assistite in strutture ospedaliere e quelle che generano in un deserto, per strada, in casa o in una roulotte.
Ogni timore, ogni solitudine, ogni disorientamento cessa quando nasce il figlio. L’intimità biologica e la tacita intesa di madre e figlio è violata quando viene alla luce il figlio, che diviene il figlio del padre, il figlio di tutti e del mondo. Quel figlio che pian piano scopri di amare da sempre e in cui impari a riconoscere parte di te giorno per giorno, in cui rivivi un po’ la tua vita pregressa, le tue emozioni, i tuoi pensieri che sono generalmente comuni a tutti gli uomini e a tutte le donne . È una ciclicità universale che va avanti da sé, perché la vita continua, senza limiti di spazio e di tempo, sospesa tra l’infinitamente grande dell’universo e l’infinitamente piccolo dell’umano sentire e della quotidianità . Nella fragilità tipica dell’essere umano intuisci che ogni mamma è un tramite tra una provvisoria volontà umana e un’eterna volontà, forse divina.
Dedico questo post a tutte le mamme ma soprattutto a quelle mamme che non hanno potuto vedere il loro piccolo, a quelle che da sole, con silenziose dignità e rinunce, crescono i loro figli e a quelle donne tanto materne, pur non avendo provato la gioia della maternità, perché tutti possiamo ricordarci che la maternità non è mai uno sbaglio, un inganno o una colpa, ma semplicemente un prodigio della natura.
Mi sento commosso per le tue considerazioni finali.
@Adriano Maini: basta che non allaghi il blog
Scherzo, grazie per la sensibilità .
Grandi mamme!
Mamme che ti danno tanto ed in cambio spesso ricevono poco perché si da tutto per scontato. Ogni tanto un piccolo “grazie” varrebbe più di tanti regali da bancarella.
@Caigo : condivido. Grazie è una parolina magica.
Madre e figlio
Il bambino,
disteso nel letto,
si lamentava
e piangeva
del male
interno
che lo dilaniava.
La sua mamma,
per chetare
l’oscurità,
gli occhi
acuti
e vivi,
lo carezzava;
e cadenzando
un sussurrò
misterioso
(di canto lontano)
diceva:
– Bambino mio
dammi il tuo male –
@Transit:estremo atto di amore