Il mare: quant’acqua
da millenni inquieta
capriola tra il fondale
e la riva, sgomitola
vele d’onde e piane,
strappandosi, da terra
all’orizzonte,
in voragine di viola
e veli azzurri,
respirando infantile
o in scoppi d’asma,
vivendo il ventre
di una madre, ampia.
Nico Orengo, Cartoline di mare vecchie e nuove, il mare: quant’acqua, 1999
Bellissima poesia! C’è tutto il movimento circolare del mare nel ritmo degli accenti e nell’uso dell’iterazione delle consonanti fricative v e z, il legame che fluisce tra le parole scelte con raffinata cura (capriola/sgomitola/viola – orizzonte/ azzurri – ampia/asma- ventre/madre) sembra essere lo stesso che unisce le onde una all’altra in un moto che ricorre senza fine.
Ho sempre apprezzato Orengo di più come poeta che come romanziere.
Ciao Maria.
@Filo. leggendola ho avuto la stessa tua impressione, è la malìa delle parole 😉
Brava
Versi che mi fanno tornare alla mia gioventù!
@Adriano Maini:
Ho letto questa poesia la sera del 14 dicembre 2012 insieme alla persona più cara che fino ad ora e per ciò che mi resta da vivere, ho avuto.
Ci ha fatto stare bene, un unica entità
@Massimo Lupini: grazie per avere condiviso questo bel ricordo e benvenuto nel blog
Un immagine stupenda una sera meravigliosa dopo un giornata intera trascorsa insieme a Mili Moj ,come io chiamavo il mio amore l,unico amore.
Bella la poesia di Orengo, dolce come le immagini che suscitano le poesie di Anna Spissu.
Bella la poesia di Orengo, dolce come le immagini che suscitano le poesie di Anna Spissu.
Belle e dolci come Mili Moj
Bella mili moj
Bellissima la poesia di Orengo e molto dolce Mili Moj come tu Massimo Lupini chiamavi la tua amata. Ho conosciuto un uomo che mi chiama così e mi manda delle bellissime poesie!!