Nel chiostro del Bramante a Roma, fino al 5 giugno 2014, si possono ammirare cinquanta opere della collezione del mecenate messicano Juan Antonio Pérez Simòn che scrisse “Io trovo nelle opere di questi pittori inglesi qualcuno di quei temi che tocca le mie emozioni più profonde e i miei interessi fondamentali: la donna, la bellezza, l’erotismo, la famiglia e l’amore” (Pérez Simòn). Dipinti che celebrano una un’ideale bellezza femminile che è fine a se stessa tra rievocazioni di un passato immaginato e nostalgico.
Nella rigida Inghilterra vittoriana , ove lo sviluppo industriale fa coesistere la floridezza economica e la devastante miseria di una manodopera sfruttata e ben descritta nei romanzi di Dickens, prende corpo una rivoluzione come forma d’arte, di gusto neoclassico e di cultura con un movimento di artisti che negli anni ’60 dell’800 si rifugia e trova forza nella bellezza e orienta la ricerca estetica verso il passato, spesso con un vero e proprio culto dell’Italia, dell’antica Grecia e della Roma Imperiale.
L’ emergente borghesia apprezza sempre più le nuove opere di grandi artisti, i padri dell’Aesthetic Movement, quali sir Lawrence Alma Tadema, Frederic Leighton, Albert Joseph Moore, Edward John Poynter, Edward Burne-Jones, John William Godward, Arthur Hughes, Albert Moore, ben presto dimenticati e denigrati, in quanto ritenuti poi artefici di un’arte reazionaria e antimodernista, ma riscoperti e riabilitati più tardi da collezionisti e intenditori d’ arte.
Tra questi cultori del bello spicca Sir Lawrence Alma Tadema (1836-1912), originario dei paesi Bassi, che studia all’Accademia delle Belle Arti di Anversa e presso pittori belgi. Dopo un viaggio in Italia e l’affascinante visita di Pompei, conosce Jean-Léon Gérôme a Parigi così che l’antichità entra nelle sue tematiche. Si trasferisce a Londra nel 1870 e ne ottiene la cittadinanza tre anni più tardi , insieme al successo nelle esposizioni organizzate dalla Royal Accademy.
Da ambientazioni mitologiche o medioevali e da drammi shakespeariani emerge una straordinaria e delicata panoramica sulle donne. Sono tante le donne immortalate, donne angelicate o tentatrici che ancora incantano nella loro sublime sensualità e rara, perfetta, enigmatica bellezza alla quale nel percorso espositivo sono associati fiori diversi a seconda che si tratti di femmes fatales, di antiche eroine, streghe, principesse ,muse e modelle.
La digitale purpurea , fiore dolce e crudele, racchiude i sentimenti di attesa e dubbio che animano queste due fanciulle in un interno pieno di fiori.
Momenti di dolce attesa e malinconia in questi occhi che rincorrono un’emozione o un ricordo in una lontananza che avvicina i cuori (Godward)
La peonia accompagna Crenaia , ninfa del fiume Dargle dipinta da Frederick Lord Leighton , una rosa senza spine che trafigge con la sua inerme e splendida nudità.
“Ha come miele che bagna l’anima di un oblio dolce e crudele” (Pascoli)
Il caprifoglio , rampicante e odoroso, suggerisce atmosfere gotiche con la seduzione di una donna dalla rossa chioma.
Un mare di rose ricopre gli ospiti dell’imperatore Eliogabalo in un soffocante vortice di colore che sottende la sottile spirale o del piacere o della morte.
Un tripudio di leggera, invadente,assoluta bellezza.
ALMA –TADEMA E I PITTORI DELL’800 INGLESE
Collezione Pérez Simòn
16 febbraio-5 giugno 2014
Chiostro del Bramante-Via della Pace-Roma
Mi hanno sempre affascinata questi dipinti e nello stesso tempo infastidita per l’irreale, idiliaca visione di una donna sognata, immaginaria, troppo belle, troppo inerte, troppo. Eppure sono perfetti
@pendolante: una bellezza pura, quasi celestiale, ma lo sguardo ancora queste donne alla vita terrena. Ciao!
Che mondo doveva essere quello, del capitalismo fiorente e vincente. Hai fatto una descrizione dei quadri magnifica. E questi fiori, poi. Buona domenica skip.
@alberto: di recente ho visto mostre bellissime. La tela “le rose di Eliogabalo” è di grandi dimensioni ed è collocata una sala scura che ne esalta i colori. Indimenticsbile! Ciao, buona soleggiata domenica