Un dolce natalizio della Campania è il susamiello, il cui nome probabilmente deriva dal sesamo, i cui semi ricoprivano i globulos degli antichi romani, palline di formaggio fritte poi immerse nel miele. Cristoforo da Messimburgo, che lavorò prima alla corte degli Estensi e poi dei Gonzaga a Mantova, nella metà del ‘500 parla dei Sosamielli Perfettissimi preparati con un impasto di farina, zucchero, cedro candito e uova, aromatizzato con cannella, pepe, varie spezie tipiche della cucina dei nobili, acqua di rose e un’essenza estratta dalle ghiandole del cervo, detta muschio. Dopo un secolo si trovano gli stessi ingredienti nel ricettario di napoletano Antonio Latini e nel ‘700 – ‘ 800 nel Credenziere del Buon Gusto di Vincenzo Corrado che descrisse i Sosamielli delle monache, che forse erano quelle del convento della Sapienza, cui si devono anche le sapienze , simili ai susamielli e anch’esse dolce tipico nel periodo natalizio. Nella loro ricetta tra gli ingredienti ci sono anche le mandorle tostate e tritate e i sosamielli di forma ovale sono ricoperti da una glassa all’arancia. In seguito Salvatore Campisi Pistoja li definisce “susamielli “ fatti con farina, miele, spezie e giulebbe d’arancia, sia a forma circolare con buco centrale che a forma di otto. Nel 1830 il cuoco Angioletti della corte parmense parla di susamielli napoletani, senza mandorle e con glassa al cioccolato. La tipica forma di S probabilmente è più recente, risale ai tre diversi susamielli: quello dei nobili preparati con farina fine, quelli degli zampognari o dei poveri con farina più grossolana, e quelli del Buon cammino, ripieni di marmellata, che venivano offerti ai preti che facevano la questua per le case a Natale. La forma di serpente ha un significato beneaugurale.
Questa è l’ antica ricetta tratta da “Il credenziere del Buon Gusto” di Vincenzo Corrado, 1820
Ingredienti:
640 g di miele
320 g di giulebbe
1.280 kg di farina
640 g zucchero
110 g di mandorle tostate
160 g di scorzette di arance candite
26 g di cannella in polvere
13 g di chiodi di garofano in polvere
6 g di pepe
Buccia grattugiata di mezza arancia fresca
Per la ghiaccia:
320 g di zucchero
2 arance
In un pentolino portare a ebollizione miele e giulebbe, schiumandoli fin quando non diventano limpidi. Disporre la farina a fontana, versarvi il miele caldo, lo zucchero, le mandorle tritate, le spezie, la buccia grattugiata di arancia e le scorzette candite. Impastare bene, servendosi di spatole perché l’impasto è caldo, avvolgere in un panno e lasciare fermentare la pasta per 24 ore. Poi tagliarla a pezzi, stenderla fino allo spessore di un dito, tagliare ovali ( oggi si dà la forma di S) , disporli su una placca da forno e lasciare cuocere a media temperatura (180° al massimo per 20 minuti). Grattugiare la buccia delle arance, bagnarla con un po’ di succo, filtrare il tutto, unirvi i 320 g di zucchero e mescolare fino a ottenere una crema filante da spennellare sui susamielli.
Oggi esistono ricette più semplici, inoltre non si lascia fermentare l’impasto per 24 ore e spesso ai vari ingredienti si aggiunge un pizzico ammoniaca.
Articoli correlati:
Le zeppole di Natale alla sorrentina
Mi ricordano, sebbene lontanamente, i sufganiot che mia nonna ci preparava a dicembre, abbastanza dolci e fritti in olio d’oliva… chissà se i due, susamielli e sufganiot, avranno relazioni!
Grazie, Maria, per questa ricetta… (ti confesso, la passo a mia moglie, non si sa mai
Buona serata.
@ Gaspare: i dolci fritti di Natale sono gli struffoli e le zeppole dei quali trovi le ricette negli articoli correlati a fine post. La ricetta dei susamielli è di Vincenzo Corrado ed è antica.Se riesco, la sperimento anch’io.
buona befana, maria, e buon anno !
ciao Marilù, un augurio scaramantico di buona Befana è d’obbligo, il buon Anno è sempre ben accetto e ricambiato. Un abbraccio a tutti
Preferisco la versione con meno spezie, devono essere buonissimi
Ciao, Pendolante Dolci simili ma più semplici sono le sapienze, di cui parlerò in un’altra ricetta